Spazio -1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
12 settembre 2015 – 10 gennaio 2016
Lo Spazio -1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, in concomitanza con l’inaugurazione del LAC Lugano Arte e Cultura, dal 12 settembre 2015 al 10 gennaio 2016, ospita due esposizioni: una personale di Giulio Paolini, “Teatro di MNEMOSINE. GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU”, e un nuovo allestimento della Collezione con opere inedite.
Teatro di Mnemosine. GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU
A cura di Bettina Della Casa
Progetto ideato da Giulio Paolini e realizzato con la sua collaborazione
Lo Spazio -1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, in concomitanza con l’inaugurazione del LAC Lugano Arte Cultura, presenta la mostra monografica “Teatro di MNEMOSINE. GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU” dedicata all’artista italiano Giulio Paolini (Genova, 1940).
L’esposizione si colloca nell’ambito di una serie d’iniziative dedicate ad artisti presenti nella Collezione Giancarlo e Danna Olgiati. Il progetto espositivo ha infatti origine dall’opera in collezione Mnemosine (Les Charmes de la Vie/7), 1981-84, acquisita nel 2007 ed esposta allo Spazio -1 fin dalla sua apertura, nel 2012. Essa appartiene al ciclo di sei opere dal titolo Mnemosine (Les Charmes de la Vie,1981-1990) che, con questa esposizione, viene integralmente riunito a Lugano per la prima volta, con la personale supervisione dell’artista.
Il ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie) era inizialmente previsto da Paolini in nove episodi da realizzare nell’arco di nove anni, un numero strettamente legato alla Dea Mnemosine. Di fatto, le nove “scene” si sono poi condensate in sole sei parti. Il mito vuole che Mnemosine – personificazione della memoria, il cui nome è esso stesso composto da nove lettere – fosse amata da Zeus con il quale giacque per nove notti, generando le nove Muse. Paolini realizza nell’arco di nove anni questo ciclo dedicato alla dea della memoria che ben riassume la sua poetica, sempre orientata verso rivisitazioni di momenti della storia dell’arte e del mito. La glorificazione di Mnemosine, attuata dall’artista, trova una corrispondenza visiva nel dipinto del noto pittore francese del ‘700 Jean-Antoine Watteau, intitolato Les Charmes de la Vie (1718 ca.). Si tratta di un quadro che rappresenta personaggi intenti a dilettarsi dei piaceri della vita sotto un colonnato in un ridente giardino. Il dipinto raffigura dunque, nell’interpretazione di Paolini, uno scenario ideale, designato e consacrato alle nove muse, un momento di sintesi e di celebrazione delle arti. Una copia del dipinto – la cui realizzazione è stata delegata da Paolini a un pittore di scena – è ingrandita a misura di fondale da teatro e divisa in nove parti uguali. Ognuna delle sei opere del ciclo ha al suo interno una o più tele che riproducono ogni volta uno o più particolari del quadro di Watteau che funge da comune denominatore per tutta la serie. Dall’assieme mancano però le figure disposte da Watteau in primo piano. La scena non è tuttavia disabitata, poiché noi stessi osservatori ci troviamo a farne parte. Diveniamo così le comparse (attori o spettatori) cui tocca “completare” il quadro.
L’intento di Paolini non è quello di ricomporre progressivamente il dipinto antico, al contrario, come spiega la curatrice Bettina Della Casa, l’artista “opta per il frammento piuttosto che per la sistematicità, per l’appropriazione creativa piuttosto che per l’analisi rigorosa delle fonti”. Anche la presenza reiterata dei materiali propri della pittura – tele orientate al recto e al verso, cornici, telai – richiama la presenza evocata del quadro senza però renderla mai reale. Allo stesso tempo ogni parte del ciclo rimanda agli elementi principali che costituiscono la spazialità nel dipinto di Watteau, in una sorta di mise-en-scène amplificata e portata volutamente all’ennesima potenza: il quadro come spazio della rappresentazione, un “palcoscenico” a cui guardano gli spettatori.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e in inglese edito da Edizioni Casagrande,
La mostra è stata generosamente sostenuta da Helvetia Assicurazioni.
L’artista – Giulio Paolini (Genova, 1940. Vive a Torino)
Storicamente legato dal 1967 all’Arte povera e al contesto del concettualismo europeo, Paolini opera nella convinzione che l’arte del nostro tempo sia possibile solo come ripensamento e ricapitolazione della sua storia, non nella direzione eclettica e citazionista che si affermerà negli anni Ottanta, ma in quella di un sottile gioco intellettuale, tessuto attorno ai fondamenti stessi della pratica artistica. Se in una prima fase Paolini si concentra sull’analisi dei supporti e degli strumenti del fare pittura (tela, telaio, cavalletto, colori, squadrature, tracciati lineari, ecc.) a partire dalla fine degli anni Sessanta si dedica a una ricerca, densa di riferimenti al passato, su alcuni concetti chiave della teoria artistica, dalla mimesi al rapporto fra autore, opera e spettatore.
Dalla sua prima partecipazione a un’esposizione collettiva nel 1961 e dalla sua prima personale nel1964, ha tenuto fino a oggi numerose mostre in gallerie e musei di tutto il mondo.
Per informazioni analitiche sulle vicende biografiche di Giulio Paolini e l’elenco delle mostre: www.fondazionepaolini.it
La Collezione
La qualità di una collezione d’arte si definisce per l’ampiezza dell’orizzonte artistico che prende in esame, per la continua ricerca di opere di grande qualità e, al contempo, per la profondità di sguardo sui singoli artisti. In questo senso la Collezione Olgiati rappresenta un punto di riferimento, un modello. Anche quest’anno si rinnova la proposta espositiva della collezione che vede protagonista all’interno dello Spazio -1 un centinaio di opere di artisti internazionali fra i più importanti delle avanguardie del XX e XXI secolo. Si tratta della presentazione di un inedito corpus, in dialogo sia con l’antologica di Paolini sia con i maggiori artisti italiani degli anni ‘50 e ‘60 prevalentemente astrattisti (da Fontana spazialista a Burri e Scarpitta che esaltano la materia), nonché dell’Arte Povera. A questo riguardo,vanno sottolineati nuovi inserimenti quali un grande ricamo, Tutto, di Alighiero Boetti e due sculture del primo Gianni Piacentino poverista e minimalista, di notevole importanza storiografica. Sempre in riferimento ai nuclei più importanti della collezione sono esposte opere molto significative del Gruppo Zero, di Klein, Manzoni, Castellani, e per la prima volta di Uecker, Schoonhoven e Bonalumi.
Quanto al corpus di opere inedito, sono presenti lavori selezionati, come nelle passate edizioni, in prevalenza nell’ambito delle tendenze neo astrattiste o neo pop, ma recentemente acquisite e avvicinate – come è appunto regola nella Collezione Olgiati – ai nuclei storici della collezione (Seth Price, Harold Ancart, Tauba Auerbach, Jimmie Durham, Francesco Vezzoli, Gabriel Kuri, Gabriel Sierra, Sophie Calle, Pierpaolo Campanini, Varga Weisz).
Queste nuove acquisizioni fanno sì che lo Spazio -1, strutturato come uno Schaulager e nato nel 2012 quando i coniugi Olgiati – proprio in previsione dell’apertura del LAC – hanno siglato un accordo con la Città di Lugano per il deposito di 157 opere, sia oggi dotato complessivamente di 205 opere.
In neretto gli artisti presenti per la prima volta in collezione
ANCART, Harold
ANSELMO, Giovanni ARMAN
AUERBACH, Tauba BALLA, Giacomo BHABHA, Huma BIANCHI, Domenico BOETTI, Alighiero BONALUMI, Agostino BURRI, Alberto
CALLE, Sophie CALZOLARI, Pier Paolo CAMPANINI, Pierpaolo CAPOGROSSI, Giuseppe CASTELLANI, Enrico CHAN, Paul
COLLA, Ettore CONSAGRA, Pietro DEPERO, Fortunato DURHAM, Jimmie FABRO, Luciano FONTANA, Lucio GORDON, Douglas GORMLEY, Antony GROTJAHN, Mark GUYTON, Wade KABAKOV, Ilya e Emilia KAPOOR, Anish KIEFER, Anselm KLEIN, Yves
KOUNELLIS, Jannis
KURI, Gabriel
MAGNELLI, Alberto MANZONI, Piero
MELOTTI, Fausto
MERZ, Mario
MERZ, Marisa
OROZCO, Gabriel
PAOLINI, Giulio
PENONE, Giuseppe PIACENTINO, Gianni PISTOLETTO, Michelangelo PRAMPOLINI, Enrico PRICE, Seth
QUAYTMAN, R. H. SCARPITTA, Salvatore SCHIFANO, Mario SCHOONHOVEN, Jan SIERRA, Gabriel STERLING, Ruby STINGEL, Rudolf TILLMANS, Wolfgang UECKER, Günther UNCINI, Giuseppe VEDOVA, Emilio VEZZOLI, Francesco VO, Danh
WALKER, Kelley
WEISZ, Varga
WOOL, Christopher ZORIO, Gilberto
Sede
Spazio -1
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Riva Caccia 1, Lugano
T. +41 (0) 58 866 4200 (centralino LAC: lu-ve)
T +41 (0)91921 46 32 (Spazio – 1: ve – do, periodo d’apertura) www.collezioneolgiati.ch
Orari
venerdì – domenica: 11:00 –18:00
In occasione dell’inaugurazione del LAC lo Spazio -1 rimarrà aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, da martedì 15 settembre a domenica 4 ottobre, dalle ore 11:00 alle ore 18:00.
Ingresso gratuito
Mediazione culturale
La domenica visita guidata gratuita
Prenotazioni: +41 (0)58 866 42 30 | info.menouno@lugano.ch