Droni a scopo fitosanitario, Mammi “Emilia-Romagna laboratorio d’innovazione”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Meno deriva, più sicurezza per gli operatori e l’ottimizzazione dei tempi di intervento. L’utilizzo dei droni per i trattamenti fitosanitari ha dato risultati incoraggianti e a seguito di nuova richiesta avanzata proprio dal Settore Fitosanitario regionale, il Ministero della Salute ha rinnovato alla Regione Emilia-Romagna anche per il 2025 l’autorizzazione per questa sperimentazione.
E’ la prima del genere rilasciata per il 2025: nei prossimi mesi saranno ampliate le zone e le colture di intervento, oggi limitate alla collina ravennate, ma che presto riguarderanno anche la pianura ravennate, il piacentino e la provincia di Forlì-Cesena.
L’iniziativa si inserisce nel contesto dell’agricoltura 4.0 che punta ad ottimizzare le produzioni dal punto di vista dell’efficienza e della sostenibilità, attraverso l’integrazione con le nuove tecnologie, che permettono la raccolta di dati sempre più precisi e la pianificazione di tutte le fasi della lavorazione nei minimi dettagli, favorendo la razionalizzazione delle risorse.
In questo senso l’utilizzo dei droni rappresenta uno strumento dall’elevato potenziale, in grado di ridurre e ottimizzare l’utilizzo dei fitofarmaci rispetto ai metodi convenzionali, un risultato in linea con quanto prefissato dall’Unione Europea e dal Piano di Azione Nazionale.
Le attività di difesa svolte nel 2024 sono state condotte sulla coltura della vite, per contrastare la peronospora e si sono concentrate nella zona collinare di Predappio. Le prove sono state svolte con prodotti fitosanitari autorizzati per la coltura nel rispetto dei dosaggi di etichetta e delle distanze minime dalle aree sensibili così come disciplinate, con segnalazione all’Asl competente per territorio.
Durante tutto il progetto la Regione è stata coadiuvata da un locale Centro di Saggio, da laboratori accreditati e da una rete di tecnici ed agricoltori che ha permesso di dare un’adeguata diffusione ai risultati progettuali. I primi dati raccolti hanno evidenziato una minore deriva del trattamento con drone rispetto ai mezzi convenzionali e una minore bagnatura della chioma.
Oltre alla riduzione dell’impatto ambientale da deriva, l’utilizzo dei droni ha evidenziato anche altri vantaggi, come una maggiore sicurezza per gli operatori e l’ottimizzazione dei tempi di intervento. Tutto il materiale prodotto è stato raccolto in un report finale condiviso con il Ministero della Salute al fine di creare dei database condivisi e utili per procedere verso una regolamentazione ordinaria per l’utilizzo dei droni nella difesa fitosanitaria.
Il rinnovo dell’autorizzazione a proseguire il progetto anche nel 2025 prevede di svolgere una prova sulla coltura della cipolla nella provincia di Ravenna, cui seguiranno le autorizzazioni per la coltura del pomodoro in provincia di Piacenza e della vite a Forlì-Cesena.
Al termine di questa seconda esperienza il Settore Fitosanitario regionale produrrà un report dettagliato, che si aggiungerà ai dati già raccolti nelle precedenti campagne, con l’obiettivo di valutare la maturità tecnologica dell’utilizzo del drone per la distribuzione di prodotti fitosanitari e fornire al Ministero della Salute evidenze scientifiche sufficienti per regolamentare l’utilizzo ordinario dei droni in agricoltura, superando la fase sperimentale.
Ad oggi in Italia la difesa fitosanitaria con droni è vietata, salvo deroghe e autorizzazioni per fini sperimentali e mancano prodotti fitosanitari specificatamente autorizzati per i mezzi aerei, ai quali i droni sono associati, il che implica che non esistano prodotti utilizzabili con i droni senza ricorrere ad usi eccezionali per affrontare emergenze.
Il 21 novembre 2024, il Ministero della Salute ha pubblicato le linee guida per la sperimentazione con i droni nella distribuzione di prodotti fitosanitari che danno il consenso al loro impiego esclusivamente in situazioni dove non esistono alternative praticabili o quando questa tecnologia può garantire una significativa riduzione dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ai metodi tradizionali.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)