Differenti Gradi di Percezione, un’esposizione tra realtà e immaginario
Inaugurata lo scorso 19 gennaio, presso la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Gaeta, l’esposizione di arte moderna dal titolo Differenti gradi di percezione, sarà aperta fino al 20 marzo 2018.
La collezione composta da opere dello Studio Arte Fuori Centro affronta il tema del fare arte cogliendo le diverse sfumature che caratterizzano oggi la percezione e la sensibilità verso questo argomento vissuto nei nostri giorni.
Un confronto che vede gli artisti impegnati su argomenti diversi concentrati in quattro gruppi: Solo bianco solo nero – Visioni urbane – Della natura della cultura – DisArmonia.
Diversi modi di intendere l’arte che può essere interpretata attraverso materiali diversi e convergenze linguistico-modali.
Gli artisti che hanno esposto collaborando a questa iniziativa, promossa dalla pinacoteca comunale e presentata da Marcello Carlino, Vittoria Biasi, Enrica Petrarulo, Robertomaria Siena e Sergio Zuccaro sono: Minou Amirsoleimani, Franca Bernardi, Francesco Calia, Antonio Carbone, Elettra Cipriani, Lucia Di Miceli, Gabriella Di Trani, Salvatore Giunta, Silvana Leonardi, Giuliano Mammoli, Rita Mele, Patrizia Molinari, Isabella Nurigiani, Franco Nuti, Teresa Pollidori, Giuseppe Ponzio, Rosella Restante, Marcello Rossetti, Alba Savoi, Grazia Sernia, Oriano Zampieri.
La collezione è composta da opere che sono il legame tra la visione urbana e la composizione dell’immaginario, consapevoli che l’osservazione del reale è indipendente dall’io.
Marcello Rossetti ad esempio utilizza tondini in ferro attraversati da scritture morbide realizzata con sottili cavi in pvc. La costruzione dell’opera è fondata sulla linea, a cui l’artista affida il compito di essere linguaggio sublimato, dichiarativo delle contraddizioni urbane, dei contrasti sociali.
Isabella Nurigiani vuole con la sua scultura Foresta Urbana testimoniare la volontà eroica dell’uomo di esistere e resistere, come essenza e scheletro.
Umile come un giunco della rappresentazione dantesca; filiforme come il segno di Fausto Melotti, stilizzata come in un disegno geometrico l’opera racconta la contemporaneità. Lucia De Miceli e Minou Amirsoleimani sembrano aggirarsi, attraverso la loro poetica, per le strade della mente seguendo l’invisibile. Queste due artiste lavorano sul rapporto particolare tra opera e pensiero come idealità, concetto di fede estetica primaria, che si traducono in corpi architettonici collocati nello spazio e bilanciati da un forte ancoraggio.
Sono questi alcuni spunti per godere di una collezione che ha come focus la sensibilità di artisti che, attraverso diversi modi di interpretare l’arte, hanno rappresentato il loro io contrapposto alla realtà.
di Emanuele Scigliuzzo