Biotech, nei prossimi dieci anni la domanda di lavoro è in crescita

NAPOLI (ITALPRESS) – Nell’arco del prossimo decennio, il settore biotech in Italia è destinato a registrare un’importante crescita della domanda di lavoro, un aumento che si stima impatterà circa il 61% delle professioni del settore. Al contrario, la domanda diminuirà solamente per il 22% delle professioni, mentre per il 17% resterà sostanzialmente stabile.
È quanto rileva il nuovo studio predittivo sui trend occupazionali delle professioni del settore biotech italiano, condotto da EY e Assobiotec, presentato oggi a Napoli in occasione dell’evento “Biotech future: competenze e opportunità nel settore”.
Rispetto alla rilevazione dell’anno 2022, l’analisi settoriale indica che in tutti i tre comparti biotech considerati – agro-alimentare e zootecnico, biomedico e sanitario, e industria e ambiente – sono attesi nei prossimi anni sia un aumento della domanda di lavoro per profili specializzati che una diminuzione per le professioni a bassa qualifica, la prima come effetto dell’innovazione tecnologica, la seconda principalmente a causa dell’automazione di mansioni meno specializzate.
L’analisi ha inoltre evidenziato come la rivoluzione tecnologica già in atto impatterà in modo sempre più significativo il futuro dell’occupazione, soprattutto come acceleratore dei processi di obsolescenza delle professioni. Per tutte le professioni analizzate, infatti, lo studio segnala importanti cambiamenti negli insiemi di competenze che le caratterizzano. Questo trend è destinato a incidere in modo sensibile sulle capacità di reperimento dei profili all’interno del settore. Si stima infatti che le aziende incontreranno crescenti difficoltà di reperimento per più del 60% delle professioni biotech per cui si prevede anche una crescita della domanda di lavoro.
Per Federico Viganò, componente del Consiglio di Presidenza di Assobiotec-Federchimica, “i dati presentati oggi ci confermano che la continua evoluzione del settore non solo sosterrà questo trend, ma porterà importanti trasformazioni delle competenze con crescente difficoltà da parte delle imprese di reperire profili biotech sul mercato”.
“Per prepararci al meglio al futuro che ci attende, in questo contesto in profonda trasformazione, è allora fondamentale creare un dialogo proattivo fra imprese, Università e ITS per allineare sempre più e sempre meglio i percorsi formativi con la domanda di lavoro”.
Carlo Chiattelli, Partner e People Consulting Leader di EY Italia, sottolinea come “una forza lavoro altamente qualificata e un’alta intensità di ricerca e innovazione hanno reso il biotech un settore strategico per l’economia italiana. Il nostro studio conferma che la domanda di lavoro nel settore continuerà a crescere, offrendo significative opportunità per i giovani in uscita da percorsi di istruzione terziari, sia universitari che tecnici. Per far sì che la futura domanda incontri un’adeguata offerta di lavoro e competenze, è fondamentale mettere in trasparenza il potenziale occupazionale e le opportunità professionali offerte dal settore biotech e rafforzarne l’attrattività, soprattutto nei confronti dei talenti giovani e a più alta qualifica”.
-Foto IPA Agency-
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