Chiusa la mostra “Una tavola lunga un secolo” presso lo storico Palazzo del Bue
La mostra intitolata “Una tavola lunga un secolo”, promossa da Ballarini presso il Palazzo del Bue di Rivarolo Mantovano, è terminata il 31 dicembre 2015, con grande successo di pubblico. Un autentico viaggio nella storia della cucina italiana dagli albori del XX secolo ai nostri giorni, l’allestimento particolarmente originale e d’impatto, unico nel suo genere, tra ricette e piatti storici esposti come opere d’arte e strumenti d’uso, che raccontano la quotidianità del Novecento.
Palazzo del Bue è insieme il toponimo, luogo di residenza della Famiglia “del Bue” fin dal XVI secolo, e l’acronimo, “Bottega di Utopie ed Eventi”, dello spazio multidisciplinare collocato al piano terreno dello stabile di via Marconi 44. Gli ambienti al piano terreno dello storico Palazzo sono stati infatti acquisiti dal Comune di Rivarolo Mantovano perché i Cittadini, singolarmente o riuniti, possano sviluppare attività socio-culturali, ricreative e produttive, senza discriminazioni economiche, sociali, culturali o generazionali.
Per quanto concerne il percorso espositivo, suddiviso in otto periodi storico culinari:
Il primo Novecento tra povertà e grande cucina
L’Italia che si affaccia al XX secolo è il primo ambito temporale e culinario affrontato dalla mostra.
La cucina di guerra, la crisi agraria e la cucina della “Resistenza”
Il periodo che va dalla conclusione della Grande Guerra al termine della Seconda Guerra Mondiale.
La cucina e il periodo futurista
I riflessi di questo movimento culturale arrivano alla cucina con prodotti artistici nonché culinari che restano negli annali come autentiche opere d’arte oltre che comunicare.
La diffusione nazionale della cultura in cucina
A cavallo tra le due guerre fiorisce un’editoria di libri, riviste e guide di cucina che iniziano un processo di generale acculturazione gastronomica.
La cucina della trattoria
La storia della cucina Italiana nel Novecento sarebbe monca senza un capitolo riservato alle trattorie, alfieri di una cucina del territorio semplice, quasi rustica, dal costo inversamente proporzionale alla gratificazione sensoriale.
Il benessere e il consumo alimentare diffuso
L’inurbamento del secondo dopoguerra, le grandi imigrazioni verso l’industrie del nord, il crescente benessere sono i presupposti di un’esplosione del consumo alimentare che scatta nella seconda metà degli Anni ’50.
La nuova cucina italiana
Verso gli Anni ‘ 70 le trattorie, si evolvono trasformandosi in ristoranti. Gualtiero Marchesi è lo chef alla testa dei fautori di un rinnovamento creativo della cucina italiana affine a quello introdotto internazionalmente dalla Nouvelle Cuisine.
La creatività e la sperimentazione in cucina
Nell’ultimo scorcio del ‘900 all’ennesima riscoperta del territorio si affiancano diverse tendenze creative e sperimentali che partono da grandi chef italiani e stranieri.
La contemporaneità della tradizione
Il nono e ultimo spazio espositivo della rassegna è dedicato all’oggi, ma non a un oggi generico, bensì all’attualità della tradizione del sapere e del saper fare applicata alla cucina e alla tavola.
Aziende che hanno una antica storia di eccellenza come Ballarini 1889 e Richard Ginori 1735, insieme agli altri nomi di spicco del Made in Italy. L’area tematica riservata alla contemporaneità mette in risalto due pezzi inediti: “In palmo di mano”, una piccola casseruola per cucinare e servire in tavola, prodotta dalla Ballarini , ed un pregiato Piatto con decoro fatto a mano Richard Ginori, testimonianza dell’intervento degli artigiani nella produzione degli oggetti d’uso contemporanei.
Giuseppe Lippoli